Eugenio Montale (09/07/2012)
Hommage àEugenio Montale
(1896-1981)
© Photo : Source Internet
(EUGENIO MONTALE)
■ http://eugeniomontale.xoom.it/
«Ossi di Seppia & Le Occasioni »
Extraits
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RIVIERE
RIVAGES
Riviere,
bastano pochi stocchi d'erbaspada
penduli da un ciglione
sul delirio del mare;
o due camelie pallide
nei giardini deserti,
e un eucalipto biondo che si tuffi
tra sfrusci e pazzi voli
nella luce;
ed ecco che in un attimo
invisibili fili a me si asserpano,
farfalla in una ragna
di fremiti d'olivi, di sguardi di girasoli
[…]
[extrait de « Rivages » in Os de seiche/Ossi di sepia]
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.
I LIMONI
LES CITRONS
Ascoltami : i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati : bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla :
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
[…]
[extrait de « Les citrons » inOs de seiche/Ossi di sepia]
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NOTIZIE DALL’AMIATA
NOUVELLES DE L’AMIATA
Il fuoco d'artifizio del maltempo
sarà murmure d'arnie a tarda sera.
La stanza ha travature
tarlate ed un sentore di meloni
penetra dall'assito. Le fumate
morbide che risalgono la valle
d'elfi e di funghi fino al cono diafano
della cima m'intorbidano i vetri,
e ti scrivo da qui, da questo tavolo
remoto, dalla cellula di miele
di una sfera lanciata nello spazio
e le gabbie coperte, il focolare
dove i marroni esplodono, le vene
di salnitro e di muffa sono il quadro
dove tra poco romperai. La vita
che t'affabula è ancora troppo breve
se ti contiene! Schiude la tua icona
il fondo luminoso. Fuori piove.
***
E tu seguissi le fragili architetture
annerite dal tempo e dal carbone,
i cortili quadrati che hanno nel mezzo
il pozzo profondissimo; tu seguissi
il volo infagottato degli uccelli
notturni e in fondo al borro l'allucciolio
della galassia, la fascia d'ogni tormento.
Ma il passo che risuona a lungo nell'oscuro
è di chi va solitario e altro non vede
che questo cadere di archi, di ombre e di pieghe.
Le stelle hanno trapunti troppo sottili,
l'occhio del campanile è fermo sulle due ore,
i rampicanti anch'essi sono un'ascesa
di tenebre e dil loro profumo duole amaro.
Ritorna domani più freddo, vento del nord,
spezza le antiche mani dell'arenaria,
sconvolge i libri d'ore nei solai,
e tutto sia lente tranquilla, dominio, prigione
del semso che non dispera! Ritorna più forte
vento di settentrione che rendi care
le catene e suggelli le spore del possibile!
Son troppo strette le strade, gli asini neri
che zoccolano in fila danno scintille,
dal picco nascosto rispondono vampate di magnesio...
...Questa rissa cristiana che non ha
se non parole d'ombra e di lamento
che ti porta di me? Meno di quanto
t'ha rapito la gora che s'interra
dolce nella sua chiusa di cemento.
Una ruota di mola, un vecchio tronco,
confini ultimi al mondo. Si disfà
un cumulo di strame: e tarli usciti
a unire la mia veglia al tuo profondo
sonno che li riceve, i porcospini
s'abbeverano ad un filo di pietà.
[extrait de « Nouvelles de l’Amiata » inLes occasions/Le occasioni]
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PERSONAE SEPARATAE
PERSONAE SEPARATAE
Come la scaglia d'oro che si spicca
dal fondo oscuro e liquefatta cola
nel corridoio dei carrubi ormai
ischeletriti, così pure noi
persone separate per lo sguardo
d'un altro? È poca cosa la parola,
poca cosa lo spazio in questi crudi
noviluni annebbiati: ciò che manca,
e che ci torce il cuore e qui m'attarda
tra gli alberi, ad attenderti, è un perduto
senso, o il fuoco, se vuoi, che a terra stampi,
figure parallele, ombre concordi,
aste di un sol quadrante i nuovi tronchi
delle radure e colmi anche le cave
ceppaie, nido alle formiche. Troppo
straziato è il bosco umano, troppo sorda
quella voce perenne, troppo ansioso
lo squarcio che si sbiocca sui nevati
gioghi di Lunigiana. La tua forma
passò di qui, si riposò sul riano
tra le nasse atterrate, poi si sciolse
come un sospiro, intorno - e ivi non era
l'orror che fiotta, in te la luce ancora
trovava luce, oggi non più che al giorno
primo già annotta.
[extrait de « La bufera e altro »]
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LA BUFERA
LA TOURMENTE
La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.
[extrait de « La bufera e altro »]
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Eugenio Montale est un poète italien né à Gênes le 12 octobre1896 et mort à Milan le 12 septembre 1981. Il a reçu le Prix Nobel de Littérature en 1975.
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L’oeuvre
Poésies, sept volumes, Gallimard, 1975-1998, traduction Patrice Dyerval Angelini
La poésie n’existe pas, Gallimard, 1994, traduction Patrice Dyerval Angelini
Voyage Florence-Gênes et autres récits insolites, La Fosse aux ours, 2001, traduction Patrice Dyerval Angelini
En France, La Fosse aux ours, 2004, traduction Patrice Dyerval Angelini
« Mon cher Piuma », correspondance Eugenio Montale-Sandro Penna, éditions du Rocher, 1999, traduction Sibylle Tribertelli
Correspondance Eugenio Montale-Italo Svevo, Librairie La Nerthe, 2006, traduction Thierry Gillybœuf
Papillon de Dinard, Verdier, 2010
Autres sites à consulter
EUGENIO MONTALE, Nel Sonno ■ Site Terres de Femmes
http://terresdefemmes.blogs.com/mon_weblog/2008/08/eugenio-montale.html
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CLIQUER ICI Hommage à Eugenio Montale_Les Carnets d'Eucharis.pdf
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Commentaires
Puissants, ces textes de Montale. Impressionnants. On en garde le souffle coupé. Le silence est fort, tout autour.
Ungaretti est le poète du sentiment, Montale le chantre cérébral, voire ironique, cynique si l'on pense à "Satura".
Le premier vient de "nulle part', fils d'un terrassier. Le second était ténor, journaliste...
Alors, le milieu conditionne-t-il le devenir de l'individu? La vision du poète dépend-elle du "lieu de provenance" ? blablabla.
Bref, merci Natalia. Pour avoir une idée de l'univers de Montale, il est traduit chez Gallimard poche( Nrf étant aujourd'hui épuisée, mais dont les volumes trônent chez moi)... même si, en l'espèce, traduire c'est surtout trahir. Patrice Dyerval Angelini a des circonstances atténuantes puisque Montale lui-même a veillé à la justesse de la traduction, paraît-il...
Amitiés
Écrit par : Fabrice Farre | 10/07/2012